LA SOLITUDINE…. questa formidabile emozione é capace di azzerare qualsiasi motivazione uno possa avere
Ti Senti Sola?
LA SOLITUDINE…. questa formidabile emozione é capace di azzerare qualsiasi motivazione uno possa avere
Sono DELIBERATAmente… ?
Quante volte abbiamo fatto acquisti di cui, in realtà non avevamo bisogno? Quante volte abbiamo fatto cose che in realtà non volevamo fare? In questi casi chi ha pilotato il nostro coso?
Sono Soddisfatta ?
Tutti noi abbiamo dovuto fare i conti con la carenza di SOLDI.Tutti noi conosciamo molto bene quelle sensazioni così sgradevoli che si provano nel momento in cui diamo un occhiata al nostro conto in rosso fuoco sapendo che da li a poco dovremo fare fronte al pagamento di bollette rate del mutuo rate della scuola ecc…ecc..Quante volte ci siamo domandati : “ e adesso?…
SOLDI? Tutti li vogliono ma…
Tutti noi abbiamo dovuto fare i conti con la carenza di SOLDI.Tutti noi conosciamo molto bene quelle sensazioni così sgradevoli che si provano nel momento in cui diamo un occhiata al nostro conto in rosso fuoco sapendo che da li a poco dovremo fare fronte al pagamento di bollette rate del mutuo rate della scuola ecc…ecc..Quante volte ci siamo domandati : “ e adesso?…
Arcano FOBIA?
Arcano FOBIA? Cos’é l’aracnofobia? In psicologia, quando si parla di paure, si parla di emozioni primarie. personalmente quando parlo di paure preferisco parlare di “Processi e schemi” che hanno un inizio, uno sviluppo ed una chiusura e relativo ritorno alla “normalità” Prendiamo ad esempio un aracnofobico, che é una persona che ha una paura fottuta dei ragni. Questo soggetto vive la sua vita quotidiana senza mai pensare ai ragni, vive la sua vita colma di alti e bassi come tutti …poi ad un certo punto magari volgendo lo sguardo verso una delle pareti di camera sua scorge un enorme ragno nero, peloso, immobile…intento a fissarlo. Eh BANG In quel preciso istante ecco che si scatena la fobia e la conseguente risposta fobica. Una risposta all’apparenza incontrollata,incontrollabile ed estremamente soggettiva. Una risposta che l’individuo aracnofobico trova all’interno del cassetto dei suoi comportamenti alla voce “paura dei ragni.” Quel cassetto che apre ogni qualvolta vede nelle vicinanze un ragno vedo il ragno apro il cassetto chiamato paura del ragno ed adotto il comportamento indicato al suo interno. Ho avuto un cliente che sveniva alla vista di un ragno, altri che si allontanano il più velocemente possibile dalla stanza chiamando aiuto magari emettendo gridolini di terrore. Altri che dopo essere corse in cucina a prendere una scopa ritornano nella stanza armate di tutto il coraggio possibile con l’intento di scacciare l’intruso. Insomma ognuno di noi ha il suo personale modo di reagire allo stimolo un modo che é diventato uno schema preciso. Naturalmente le funzioni fisiologiche , durante questo periodo si alterano ed innescano l’amigdala che, come dicevo l’altra volta genera la reazione “combatti o scappa”. Una volta risolto il problema , in un modo o nell’altro, tutto però torna alla normalità. e possiamo ritornare alle attività che stavamo svolgendo prima della crisi fobica. Quindi ricapitolando prima di “vedere” il ragno tutto é normale, poi si verifica lo stimolo di innesco (il vedere il ragno) ed ecco che la reazione fobica si scatena. e lo fa replicandosi nel tempo con precisione chirurgica. Capite perché parlo di processo? Nel vastissimo repertorio dei comportamenti vi sono fobie praticamente per ogni cosa, ogni stimolo possibile e immaginabile ma tutte seguono lo stesso processo mettendo in atto lo stesso schema. E’ sbagliato avere paura dei ragni? Io penso che non lo sia. E’ vero che qui da noi non ci sono ragni mortali ma in ogni caso ci sono ragni che possono generare problemi di varia natura e gravità e quindi non credo che mettersi a giocherellare con un ragno sia la scelta migliore che uno possa fare come non lo é lo svenire. Nel caso della ragazza che sveniva operai esclusivamente sulla risposta allo stimolo fobico e non sullo stimolo stesso. Gli ridussi l’intensità della risposta e da quel giorno non é più svenuta. Non ha imparato a giocare con i ragni e gli fanno sempre lo stesso effetto però non sviene …oggi se vede un ragno o si allontana lei o allontana lui ma non sviene più. Facendo in questo modo ho lasciato intatta la rete neurale impiegata per generare la fobia senza che nulla potesse prendere il suo posto ..in compenso ho agganciato la fobia ad una diversa risposta. Il processo di modifica fu veloce e soprattutto duraturo… da quel giorno infatti gli svenimenti non si sono più verificati. E’ magia? No la magia non centra nulla si tratta solo di andare a modificare un po alcune reti neurali.ed alcune convizioni…già… le convinzioni come ad esempio quella di considerare le proprie fobie immodificabili, un qualcosa fuori dal nostro controllo…un qualcosa che bisogna sopportare e fare di tutto per evitarle. a tale proposito adesso vorrei fare un gioco….. Ora vi chiedo di concentrarvi sull’attuale vostro stato…andate dentro di voi e verificate il vostro benessere, le vostre emozioni le vostre sensazioni che state provando in questo preciso momento. Fate qualche bel respiro profondo e chiudete gli occhi o teneteli parti é indifferente e cercate di farvi un quadro preciso di come state adesso. Dai chiudete gli occhi e verificate tutto ciò che state provando in questo momento Ora aprite gli occhi ed osservate la foto che vi mostro che sensazioni provate adesso? il vostro quadro é identico a prima di vedere la foto? Ora allontanerò la foto e voi prestate attenzione alle vostre sensazioni ed emozioni…aumentano o diminuiscono? Ora allontano la foto fino a farla diventare un puntino sull’orizzonte…Le sensazioni sono le stesse di prima quando la foto era in primo piano? In genere all’allontanamento dello stimolo fobico le sensazioni cambiano e diminuiscono di intensità Naturalmente le vostre sensazioni in questo caso non avranno avuto intensità particolarmente forti perché eravate comunque consapevoli di non trovarmi in situazione di pericolo e che il ragno non c’era ma comunque avete sicuramente provato delle sensazioni di un certo tipo quando la foto era in primo piano diverse da quelle che avete provato quando la foto era diventato solo un piccolo punto per poi scomparire. Adesso vi chiedo… se veramente siete convinti che le emozioni legate alla fobia sono incontrollabili come avete potuto aumentarle e diminuirle semplicemente giocando con l’immagine fobica? In questo gioco avete preso possesso del controllo delle vostre emozioni…naturalmente é solo un piccolo inizio ma rifletteteci…se semplicemente osservando l’immagine del ragno rimpicciolirsi avete provato un diverso livello di intensità non pensate che lo stesso meccanismo lo potete applicare mentalmente a qualunque fobia o paura voi abbiate? Alex Risso ARTICOLI CORRELATI TORNA ALLA PAGINA PRINCIPALE DEL BLOG
Cos’é la paura e come posso sfruttarla?
Cos’é la paura e come posso sfruttarla? Quante volte abbiamoavuto paura? Quante volte abbiamo sperimentato quelle sensazioni sgradevolissime che a volte ci hanno anche bloccati rendendoci incapaci di prendere qualunque tipo di decisione o peggio ci hanno fatto prendere decisioni sbagliate. Tutti noi abbiamo provato questo tipo di situazione almeno una volta nella vita e chiunque vi dica il contrario nella maggioranza dei casi mente. Ricordo quando da ragazzo, durante il servizio militare nella Folgore, mi apprestai a fare il mio primo lancio. Eravamo 72 paracadutisti…tutti stipati nel c130 della Looked in attesa di decollare. Ricordo che guardandomi non vedevo altro che sguardi fissi nel vuoto…nessuno parlava o faceva battute, nessuno diceva nulla. Poi finalmente l’attesa fini’ , le porte laterali vennero aperte ed il direttore di lancio cominciò a chiamarci alla porta …luce verde e via…fuori dall’aereo. Una volta giunti a terra avveniva la magia … tutti o almeno la maggioranza dei compagni di avventura si erano ripresi ridevano e scherzavano serenamente con gli altri commilitoni. Nessuno che diceva di aver avuto paura. Ma se domandavi a qualcuno di loro se avevano avuto paura la risposta era sempre la stessa..chi io? Ma figurati …é stata una passeggiata. Ho sempre trovato abbastanza stupido questo fatto… perché mentire di aver avuto paura? Il coraggio non é generato dal non provare paura, che sarebbe semplice incoscienza, ma di aver avuto una paura del diavolo e nonostante ciò aver portato a termine la tua missione…quello significa aver coraggio Purtroppo il pensiero comune considera la paura una debolezza. Personalmente ho sempre ammesso di aver avuto una paura del diavolo…anzi fu in quell’occasione che capii il significato della frase “…le gambe facevano giacomo giacomo…;)) Ma cos’é questa benedetta PAURA? La paura è un’emozione primaria, presente da sempre sia nel genere umano che nel regno animale. Come tutte le emozioni, la paura ha una funzione adattiva, protegge infatti l’individuo di fronte a un pericolo o a una minaccia (reale o immaginaria che sia) ed è preziosissima sin dai primi anni di vita. Assolve a fondamentali funzioni evolutive e senza tale meccanismo metteremmo continuamente a rischio la nostra incolumità. Ecco perché non ha senso eliminare la paura. La paura non ha niente di sbagliato sono le emozioni ad essa legate che diventano problematiche e che ci fanno stare male o addirittura ci paralizzano. Ma Cosa succede esattamente quando l’emozione delle paura si scatena? Immaginati di trovarti in un fitto bosco, da solo. Stai camminando ed a un certo punto punto senti uno strano frusciare tra fitti rami della boscaglia e ti sembra di scorgere tra le foglie un profilo muoversi nella penombra…come ti sentiresti …che cosa faresti? . A quel frusciare uno strano ed improvviso brivido percorre tutta la spina dorsale e senza ancora avere un idea precisa, magari ti ritrovi a correre a tutta o quanto meno accelerare il passo in direzione opposta all’origine del rumore. Già prima di iniziare a correre il coso ha avvertito il pericolo ed ha messo in funzione lo schema di comportamento etichettato “pericolo”. Schema che in automatico ha attivato la amigdala che ha a sua volta scatenato il rilascio di adrenalina determinando una reazione definita di attacco o fuga, a cui sono collegati una serie di cambiamenti fisiologici automatici: incremento della quantità di ossigeno disponibile per i muscoli; aumento del ritmo cardiaco e della pressione sanguigna; aumento della sudorazione; blocco della digestione, bocca secca e nodo allo stomaco; rallentamento del sistema immunitario. Tutto ciò comunque non é un qualcosa di inevitabile al di fuori dal nostro controllo… la paura la si può controllare e gestire a nostra volontà . E’ un processo che ha bisogno di uno stimolo di qualunque tipo (in genere visivo, auditivo, olfattivo) al quale noi, o meglio i nostri cosini reagiscono attivando uno schema neurale che, badate bene, come tutti gli schemi neurali può essere modificato a nostro piacimento. Quando la paura diventa fobia? La risposta di attacco-fuga era utile nelle condizioni di vita dei nostri antenati, dove la vita era colma di pericoli. Ancora oggi rientra nei nostri meccanismi di difesa, ma genera seri problemi quando si attiva troppo facilmente o nel momento sbagliato. In questi casi si può immaginare di essere dotati di un meccanismo di allarme troppo sensibile, in grado di accendersi anche quando non ce n’è davvero bisogno. Ciò accade ad esempio nelle fobie specifiche, paure intense, durature e sproporzionate rispetto alla minaccia reale. Il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) prevede 5 categorie di fobie a seconda della tipologia dello stimolo fobico: animali (es: ragni, insetti, cani); ambienti naturali (es: altezze, temporali, acqua); sangue-iniezioni-ferite (es: aghi, procedure mediche invasive); situazioni (es: aeroplani, ascensori, aerei); altro, con il quale si intendono gli stimoli più svariati. Una fobia é un comportamento appreso e come tale può essere manipolato Alex Risso ARTICOLI CORRELATI TORNA ALLA PAGINA PRINCIPALE DEL BLOG
Quanto in alto può crescere un albero?
Quanto in alto può crescere un albero? Quanto in alto può crescere un albero? Questa é la domanda che mi ha fatto Claude L’altro giorno, al termine di una sessione particolarmente intensa Claude, … “ quanto in alto può crescere un albero?” Voi che cosa avreste risposto? Io ho risposto che dipendeva dalla qualità di albero, dal terreno in cui si trova, dai nutrimenti che riceve e dalla quantità d’acqua a disposizione …insomma ho cercato di essere il più accurato possibile…ma niente…nulla di tutto quello che gli dicevo sembrava essere la risposta giusta. e allora gli rigirai la domanda: secondo te, Claude,..quanto in alto può crescere un albero? “il più alto possibile” Il più alto possibile. In natura ogni forma di vita tende alla sua massima realizzazione. E’ una regola dell’esistenza. Ogni essere vivente si sforza di esprimere il massimo del suo potenziale. tutti eccetto l’essere umano che invece si accontenta di fare bene. secondo te le persone, in genere fanno il loro massimo?” Quando qualcuno ti dice che “ha fatto del suo meglio” … questo meglio corrisponde anche ad il suo massimo? “Il tuo meglio é anche il tuo massimo?” A questa domanda tutti risponderebbero di si ma Claud la pensava diversamente. NO,caro Alex, il meglio che tu puoi fare non é mai il tuo massimo! Quando qualcuno dice che sta facendo del suo meglio… in realtà sta facendo fa bene,… ma non benissimo. Siamo l’unica specie che si accontenta di fare bene. Quando pensiamo di aver fatto bene c’é qualcosa in noi che scatta e ci dice di fermarci perché è gia abbastanza. A volte le persone ne fanno una questione di denaro : “per quello che mi pagano questo è già fin troppo.” A volte ne fanno una questioni di simpatia o antipatia: ” per quell’ antipatico la questo è il massimo che posso offrirgli” In ogni caso l’eccellenza sembra non essere una nostra priorità. Certo siamo sempre convinti di poter fare meglio ma quello che abbiamo fatto ci basta e ci fermiamo. Ma al mondo esistono delle persone che come Claud la pensano diversamente e puntano sempre e solo al loro massimo…in qualunque campo si vogliono cimentare per loro l’unico traguardo raggiungibile é il loro massimo…l’eccellenza. Sono persone speciali? Hanno una marcia in più? NO…sono solo persone animate da un profondo desiderio di fare il loro massimo. Guarda caso queste persone sono quelle persone che sfondano nello sport, nello spettacolo, nel lavoro, nel business…ma non sono diverse da noi. Il mondo chiede loro di fare qualcosa e loro non fanno altro che dare il loro MASSIMO. mettono in campo sempre tutto quello che hanno…senza badare al risparmio… VOLONTÀ’, AUTODISCIPLINA ed una irrefrenabile voglia di raggiungere l’eccellenza. Cose che tutti noi possiamo mettere in campo…se solo lo volessimo. Quando si accende il desiderio di fare il massimo accompagnato dalla propria volontà unita dall’autodisciplina ecco che capitano i miracoli- ecco che si fanno scintille. La volontà umana…. la tua volontà…..quando entra in azione ha del miracoloso. ….può farti raggiungere qualunque meta….può farti realizzare qualunque sogno … può farti vivere qualunque stilo di vita tu voglia vivere… Ricorda, tutti possono praticare l’esercizio della volontà. e trasformare la propria vita da: ”se potessi, lo farei” a “se voglio posso farlo”. Alex Risso ARTICOLI CORRELATI TORNA ALLA PAGINA PRINCIPALE DEL BLOG
Vincere CON la Timidezza!
Vincere CON la Timidezza! 3.600.000 Se provate a digitare la parola “timidezza” google vi mostrerà circa 3.600.000 risultati. Tra tutti questi infiniti risultati google vi proporrà potrete notare una quantità sconfinata di articoli dedicati a questa …malattia? … fobia?…Bad habit?… comportamento invalidante? La stragrande maggioranza degli articoli parla della timidezza come un qualcosa di cui disfarsi, qualcosa di negativo da eliminare, da vincere. Si possono leggere offerte di percorsi terapeutici mirati alla sua sconfitta , alla sua eliminazione, alla sua demolizione; percorsi che ti promettono la liberazione da questa “lebbra psicologica”, da questa “ansia sociale” o addirittura dalla “fobia dell’altro”. Per non parlare, poi, degli slogan decisamente altisonanti che dichiarano che la timidezza non esiste , che é solo nella tua testa….Insomma un esercito di domatori di timidezza pronti a scagliarsi contro questa piaga sociale in cambio di un po di tempo e di denaro. Perché mai mai dovrei cancellare qualcosa che fa parte di me? Anch’io sono stato un super timido ed oggi sono ancora un timido ma consapevole della forza che mi da esserlo. Anch’io come tutti i timidi di questo mondo ho perso occasioni su occasioni per non aver “osato”. Come tutti i timidi mi sono visto soffiare da sotto il naso ragazze su ragazze perché semplicemente non tentavo per paura del loro rifiuto. Come tutti i timidi sono stato bullizzato solo perché i cosiddetti estroversi scambiavano la mia timidezza per arroganza. Come tutti i timidi ho vissuto la mia adolescenza come carta da parati alle rare feste a cui venivo invitato. Anch’io ho odiato la timidezza. Avrei venduto l’ anima al diavolo per poter scordarmi della timidezza. Poi però un giorno ebbi la fortuna di conoscere Claude e le cose cambiarono. Sono ancora timido ma a differenza di prima ora mi diverto. Parlo con chiunque e non ho problemi ad avvicinare chicchessia. Intrattengo chiunque mi capiti a tiro senza più arrossire o balbettare. Ma allora non sono più timido, sono riuscito a sconfiggerla? No, se possibile sono addirittura peggiorato..;))) ma ho preso il controllo delle mie emozioni sgradevoli legate ad essa. Quelle emozioni che mi paralizzavano. Oggi non ho più paure, fobie o ansie…oggi mi diverto. La timidezza non ha niente di sbagliato. Sono le reazioni legate ad essa che provocano i problemi. Quando mi bloccavo e non riuscivo ad avvicinare la ragazza dei miei sogni, non mi bloccavo perché ero timido ma solo perché le emozioni che provavo legate alla timidezza, alla paura del rifiuto, alla paura di venir deriso ecc , erano talmente sgradevoli da paralizzarmi e farmi scappare il più velocemente possibile. Nessun essere umano vuole provare sensazioni sgradevoli, terrorizzanti. La timidezza va bene, anzi trovo che sia raccomandabile, quello che non é raccomandabile é il nostro modo di reagire ad essa. Claude mi ha insegnato ad essere io a decidere quale reazione lasciare scatenare. Da quel giorno tutti i problemi causati della timidezza sono spariti. Naturalmente mi ci é voluto un po ma quando ho capito il meccanismo tutto si é fatto splendente. Oggi scelgo quale emozioni provare! Ogni volta che mi trovo in una situazione da bandiera rossa ecco che mi domando : come voglio reagire? quali emozioni voglio provare? A volte, ancora oggi, sento l’insorgere di quelle sensazioni sgradevoli ma non appena mi accorgo di loro cambio immediatamente registro. Se volete saperlo …ora mi diverto un mondo…ora decido io come reagire e come comportarmi…é fantastico…a volte “FACCIO” il timido altre volte “FACCIO” lo stronzo (perdonatemi il francesismo) …quello che conta é che sono io a decidere come comportarmi. Non sono più vittima delle mie emozioni….con la stessa facilità con cui cambio d’abito così faccio con le mie sensazioni. E solo questione di abituarsi a questo nuovo potere. Credetemi é fantastico. Dal super timido consapevole e soprattutto fiero di esserlo. Alex Risso ARTICOLI CORRELATI TORNA ALLA PAGINA PRINCIPALE DEL BLOG
Un Fallimento di Grande Successo
Un Fallimento di Grande Successo Una colla che non incollava… Nel 1968 Spencer Silver aveva realizzato per sbaglio una colla che però non funzionava un granché, infatti non si attaccava con forza come invece avrebbe dovuto fare .La colla uscita da quegli esperimenti era davvero particolare, si attaccava e si staccava senza rovinare le superfici con cui entrava in contatto, ma essendo debole Silver non riusciva a trovarne un impiego commerciabile. Non la buttò via, la archiviò fra i fallimenti in attesa di momenti migliori. Poi, un giorno gli venne in mente l’idea di presentarla ai suoi colleghi nella speranza di trovarne uno sbocco.Così durante una presentazione aziendale, Silver fece conoscere ad Arthur Fry, uno dei colleghi presenti, la sua colla dalla presa debole.Fu Arthur Fry, collega ricercatore della 3M, a intuire il modo per poter commercializzare l’invenzione di Spencer Silver. Per farlo, come spesso accade, partì dal BISOGNO. Perchè si sa, il bisogno muove le persone e la creatività. Fry cantava nel coro della chiesa presbiteriana di North St. Paul. (minnesota).Durante le prove, perdeva facilmente il segno, perché i foglietti colorati che aveva messo per segnare i canti e le pagine scappavano fuori dal libro. A Fry venne in mente, allora, l’idea che avrebbe cambiato per sempre la sua vita. Se avesse usato la colla del collega per fissare i segnalibri alle pagine, il libro degli inni non si sarebbe rovinato e il segni non si sarebbero persi. L’idea era geniale: bingo! Lo sviluppo del prodotto e la commercializzazione furono processi molto lenti. Infatti i dirigenti della 3M non credevano affatto nell’intuizione di Fry, anzi erano davvero convinti che i post-it sarebbero stato un fiasco perché per i dirigenti, le persone avrebbero preferito i segnalibri tradizionali e non avrebbero mai pagato per avere i post-it. Così per diversi anni non successe assolutamente nulla. Ad ogni modo Fry non smise di lavorare al suo progetto, installando un macchinario nel suo appartamento aggiunse la colla a bassa tenuta di Spencer Silver a dei fogli di carta. Convinto che i problemi siano parte integrante dei processi innovativi, ciclicamente tornava alla carica, proponendo all’azienda di fare un test. I primi test non andarono affatto bene Nel 1977 la 3M finalmente venne fatto un lancio di prova che purtroppo non ebbe esiti soddisfacenti. All’epoca si pensava di usare quella colla per attaccare e poi staccare alle bacheche aziendali degli annunci in A4 e così si fece il test promuovendo il prodotto per questo tipo di impiego.Analizzando però i risultati, davvero poco incoraggianti, i manager della 3M si accorsero che i post-it venivano usati in azienda in modo diverso da quello che si era pensato all’inizio. Infatti i colleghi e i manager avevano cominciato ad usare i post-it non come segnalibri o per la bacheca aziendale ma come una nuova modalità di comunicazione. Si lasciavano messaggi gli uni gli altri, annotati sui post-it e attaccati un po’ ovunque. C’era chi li usava per segnare punti importanti di alcuni documenti, mettendoci una freccia sopra e chi annotava considerazioni personali vicino ai paragrafi in cui c’erano cose da tenere presenti.A questo punto la 3M convertì il nome della soluzione in Post-it Notes, sostituendo il precedente “Press and peel” e ri-programmò un nuovo test in una città della Virginia, per vedere come le persone avrebbero risposto a questo nuovo spunto. Promossi in maniera differente i simpatici foglietti appiccicosi piacquero molto e il test si concluse con un risultato molto incoraggiante. 1980: il lancio dei Post-it Fu però solo nel 1980 che i Post-it vennero lanciati in maniera ufficiale dalla 3M. Da allora ne sono stati messe in commercio oltre 1000 versioni diverse. Un successo planetario che perdura ancora oggi. Da quel giorno Fry iniziò a fare carriera, rimanendo per oltre 40 anni in 3M, fino al giorno del suo pensionamento. Ma Che cosa é successo, come hanno potuto trasformare un clamoroso flop in un business miliardario? Beh, innanzitutto c’é stata l’ostinazione di Spencer nel non voler rassegnarsi alla sconfitta, al fallimento della sua ricerca. Poi c’é stato Mr. Fry che non ha fatto altro che trovare una nuova destinazione al prodotto. cambiandone la cornice di riferimento. Che cosa sarebbe successo se Spencer Silver si fosse bloccato e non avesse tentato ancora e ancora? Avrebbe fatto carriera? Che cosa sarebbe successo se si fosse bloccato per non voler più provare quelle bruttissime emozioni legate al suo iniziale fallimento? Alex Risso ARTICOLI CORRELATI TORNA ALLA PAGINA PRINCIPALE DEL BLOG