
In psicologia, quando si parla di paure, si parla di emozioni primarie.
personalmente quando parlo di paure preferisco parlare di “Processi e schemi” che hanno un inizio, uno sviluppo ed una chiusura e relativo ritorno alla “normalità”
Prendiamo ad esempio un aracnofobico, che é una persona che ha una paura fottuta dei ragni.
Questo soggetto vive la sua vita quotidiana senza mai pensare ai ragni, vive la sua vita colma di alti e bassi come tutti …poi ad un certo punto magari volgendo lo sguardo verso una delle pareti di camera sua scorge un enorme ragno nero, peloso, immobile…intento a fissarlo.
Eh BANG
In quel preciso istante ecco che si scatena la fobia e la conseguente risposta fobica.
Una risposta all’apparenza incontrollata,incontrollabile ed estremamente soggettiva.
Una risposta che l’individuo aracnofobico trova all’interno del cassetto dei suoi comportamenti alla voce “paura dei ragni.”
Quel cassetto che apre ogni qualvolta vede nelle vicinanze un ragno
vedo il ragno apro il cassetto chiamato paura del ragno ed adotto il comportamento indicato al suo interno.
altri che si allontanano il più velocemente possibile dalla stanza chiamando aiuto magari emettendo gridolini di terrore. Altri che dopo essere corse in cucina a prendere una scopa ritornano nella stanza armate di tutto il coraggio possibile con l’intento di scacciare l’intruso.
Insomma ognuno di noi ha il suo personale modo di reagire allo stimolo un modo che é diventato uno schema preciso.
Naturalmente le funzioni fisiologiche , durante questo periodo si alterano ed innescano l’amigdala che, come dicevo l’altra volta genera la reazione “combatti o scappa”.
Una volta risolto il problema , in un modo o nell’altro, tutto però torna alla normalità. e possiamo ritornare alle attività che stavamo svolgendo prima della crisi fobica.
Quindi ricapitolando prima di “vedere” il ragno tutto é normale, poi si verifica lo stimolo di innesco (il vedere il ragno) ed ecco che la reazione fobica si scatena. e lo fa replicandosi nel tempo con precisione chirurgica.
Capite perché parlo di processo?
Nel vastissimo repertorio dei comportamenti vi sono fobie praticamente per ogni cosa, ogni stimolo possibile e immaginabile ma tutte seguono lo stesso processo mettendo in atto lo stesso schema.
Io penso che non lo sia. E’ vero che qui da noi non ci sono ragni mortali ma in ogni caso ci sono ragni che possono generare problemi di varia natura e gravità e quindi non credo che mettersi a giocherellare con un ragno sia la scelta migliore che uno possa fare come non lo é lo svenire.
Nel caso della ragazza che sveniva operai esclusivamente sulla risposta allo stimolo fobico e non sullo stimolo stesso. Gli ridussi l’intensità della risposta e da quel giorno non é più svenuta. Non ha imparato a giocare con i ragni e gli fanno sempre lo stesso effetto però non sviene …oggi se vede un ragno o si allontana lei o allontana lui ma non sviene più.
Facendo in questo modo ho lasciato intatta la rete neurale impiegata per generare la fobia senza che nulla potesse prendere il suo posto ..in compenso ho agganciato la fobia ad una diversa risposta.
Il processo di modifica fu veloce e soprattutto duraturo… da quel giorno infatti gli svenimenti non si sono più verificati.
No la magia non centra nulla si tratta solo di andare a modificare un po alcune reti neurali.ed alcune convizioni…già… le convinzioni come ad esempio quella di considerare le proprie fobie immodificabili, un qualcosa fuori dal nostro controllo…un qualcosa che bisogna sopportare e fare di tutto per evitarle.
a tale proposito adesso vorrei fare un gioco…..
Ora vi chiedo di concentrarvi sull’attuale vostro stato…andate dentro di voi e verificate il vostro benessere, le vostre emozioni le vostre sensazioni che state provando in questo preciso momento.
Fate qualche bel respiro profondo e chiudete gli occhi o teneteli parti é indifferente e cercate di farvi un quadro preciso di come state adesso. Dai chiudete gli occhi e verificate tutto ciò che state provando in questo momento
Ora aprite gli occhi ed osservate la foto che vi mostro
che sensazioni provate adesso?
il vostro quadro é identico a prima di vedere la foto?
Ora allontanerò la foto e voi prestate attenzione alle vostre sensazioni ed emozioni…aumentano o diminuiscono?
Ora allontano la foto fino a farla diventare un puntino sull’orizzonte…Le sensazioni sono le stesse di prima quando la foto era in primo piano?
In genere all’allontanamento dello stimolo fobico le sensazioni cambiano e diminuiscono di intensità
Naturalmente le vostre sensazioni in questo caso non avranno avuto intensità particolarmente forti perché eravate comunque consapevoli di non trovarmi in situazione di pericolo e che il ragno non c’era ma comunque avete sicuramente provato delle sensazioni di un certo tipo quando la foto era in primo piano diverse da quelle che avete provato quando la foto era diventato solo un piccolo punto per poi scomparire.
se veramente siete convinti che le emozioni legate alla fobia sono incontrollabili come avete potuto aumentarle e diminuirle semplicemente giocando con l’immagine fobica?
In questo gioco avete preso possesso del controllo delle vostre emozioni…naturalmente é solo un piccolo inizio ma rifletteteci…se semplicemente osservando l’immagine del ragno rimpicciolirsi avete provato un diverso livello di intensità non pensate che lo stesso meccanismo lo potete applicare mentalmente a qualunque fobia o paura voi abbiate?
Alex Risso
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